Delibere e comunicati 2015
Novara, 9 aprile 2015
La Camera Penale di Novara in questo momento di profondo turbamento desidera esprimere il proprio cordoglio e la propria vicinanza ai familiari del Collega Claris Appiani e delle altre innocenti vittime dell'assurda strage di Milano.
Novara, 12 maggio 2015
Primo Open Day UCPI - Rimini 12 - 13 giugno 2015 - Le radici dell’Unione ed il futuro a confronto: una giornata dedicata ai nostri osservatori e commissioni, alle prospettive dei giovani penalisti, alla specializzazione e alla formazione”.
Programma dell'evento
Novara, 23 luglio 2014
Il Direttivo della Camera Penale di Novara, lette le dichiarazioni del Procuratore della Repubblica Dr. Francesco Saluzzo rilasciate in data 22 luglio in sede di conferenza stampa in ordine alla possibilità che gli arresti dei membri di una pericolosa banda di criminali dedita a truffe in danno di anziani siano vanificati con una rapida remissione in libertà degli stessi in ragione della irragionevolezza dell’ordinamento penale e della remissività della Politica dello Stato in materia criminale, osserva quanto segue:
trattasi di affermazioni suggestive ma infondate e chiaramente strumentali rispetto all’obiettivo dell’intervistato.
Il reato di truffa (nella specie verosimilmente aggravata trattandosi di anziani e quindi di vittime in situazioni di minorata difesa), prevede una pena massima di 5 anni di reclusione che, qualora concorrano altre fattispecie penalmente rilevanti (ad esempio l’art. 416 c.p., come sembrerebbe trattandosi di reati commessi da una “banda” cioè da 3 o più persone che agivano in modo coordinato e seriale), può diventare anche assai più alta per raggiungere o addirittura superare i 6 o 9 anni citati dalla Procura come parametri ritenuti congrui per il reato in questione.
Non è vero quindi che le persone arrestate “potrebbero venire condannate al massimo ad un anno e mezzo”, così come non è affatto necessario che venga “rivista la politica dello Stato in materia criminale” poiché, anche nel caso di un reato che, come la truffa, aggredisce il patrimonio in modo certamente meno allarmante di altre fattispecie notoriamente da tutti percepite come assai più gravi (furto, estorsione e rapina, non a caso più gravemente sanzionate), la risposta punitiva dello Stato può essere adeguata alla gravità peculiare di alcuni casi.
E’ certamente comprensibile (ed anche condivisibile) che il Procuratore della Repubblica voglia “proteggere” l’encomiabile attivismo delle Forze dell’Ordine nella repressione dei reati.
Alimentare però il sentimento di cieco giustizialismo già così diffuso in larga parte dell’opinione pubblica, per raggiungere tale obiettivo, non pare invece condivisibile.
E’ opportuno che tutti ricordino che la scelta di come e quanto punire, in esito alla disamina dei singoli casi, anche i più gravi, ed alla valutazione “soggettiva” degli autori dei reati, anche i più efferati, spetti ai Giudici le cui doti di prudenza ed equilibrio, qualunque cittadino coinvolto in un procedimento penale, vorrebbe vedere rafforzate e valorizzate anziché cancellate da una legislazione penale che prevedesse sempre e comunque “pene esemplari”.